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Commenti al testo di Adielle
Se non hai sonno

Sei nella sezione Commenti
 

 Adielle - 17/09/2015 18:09:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Klara della tua vicinanza(sempre a proposito di distanze), io per sentirmi più forte mi ascolto una lectio magistralis di Umberto Galimberti! Posso vincere la guerra?Ciao, un caro saluto.

 Klara Rubino - 17/09/2015 09:54:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

La giusta distanza Adielle prevede un "per favore " hai ragione; così ti dico un "grazie" per tutto quello che ci metti a disposizione quando scrivi, fiume in piena che rompe gli argini.
La tua esperienza con i tuoi affittuari che non sai se siano buoni o cattivi, ti porta a svelare i questa tua verità:impara a riconoscere chi ti vuole bene e trattalo bene con la giusta distanza...una rivoluzione senza miracoli che ci fa piangere, ma per essere strongher.

 Adielle - 16/09/2015 10:36:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Cristina, è un periodaccio ma niente di trascendentale, lo è per le cose normali della vita, speriamo di tenere botta!

 Cristina Bizzarri - 16/09/2015 09:52:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

... seguissero!!!! Chiedo perdono per l’invasione disgraziatamente disgrafica e disorganizzata!
p.s. cry - ;)

 Cristina Bizzarri - 16/09/2015 09:43:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Correggo: vorrei che al mio commento ... ne segissero altri ...
Ciao!

 Cristina Bizzarri - 16/09/2015 09:39:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Qui in particolare i registri linguistici si confondono, partorendo una creazione - stavo scrivendo creatura, perché lo è - multiforme, difficilmente definibile nei tratti poiché muta continuamente espressione: dalla lirica alla prosa, dall’ironia al surreale, dal realismo all’impressionismo. È questa la sua originalità, e l’impressione che lascia in chi la legge - perlomeno in me - è di una vita che si fa scrittura e nella scrittura trova una forma di salvezza dalla vita stessa, rendendola più vivibile perché tutto, comprese le lacerazioni interiori, l’alienazione che una sensibilità estrema arriva a toccare (e non chiamiamola malattia), le entrate e uscite da se stesso - tutto è trasfigurato, ma restando reale. E in questo anche il piccolo grande miracolo delle tue poesie. Inutile aggiungere che al mio commento sentito ma "casareccio", mi piacerebbe leggerne altri ermeneuticamente più validi.